La detersione è un gesto quotidiano, ma se non si usano prodotti adeguati si trasforma in attentato all’integrità della cute! L’etichetta presente sui cosmetici indica il tipo di prodotto che utilizzi ed è quindi fondamentale saperla leggere. Tensioattivi troppo aggressivi infatti alterano l’equilibrio idrolipidico dell’epidermide, portando secchezza e disidratazione e, non raramente, prurito, desquamazione, dermatiti ed allergie.
In questo articolo riporto una trattazione approfondita sui tensioattivi usati in cosmesi, scritta della cosmetologa Valeria Dazio e pubblicata sulla rivista Hi.ThechDermo.
I tensioattivi sono tra le più diffuse materie prime cosmetiche e sono usati per realizzare due categorie importanti di componenti, utilizzati in tutti i cosmetici, compresi i cosmetici naturali: le emulsioni e i detergenti. Queste sostanze agiscono abbassando due forze esistenti in natura: la tensione superficiale e la tensione interfacciale.
La tensione superficiale, presente a contatto tra il liquido e l’aria, è la forza che tende a far avvicinare il più possibile le molecole di una sostanza in modo da rendere minima la superficie di contatto con l’esterno, come ad esempio una goccia d’acqua, che tende ad assumere forma sferica e non ad espandersi, grazie all’azione di questa forza.
La tensione interfacciale invece si manifesta tra due liquidi non miscibili tra loro, liquidi che nonostante l’agitazione tendono a separarsi col tempo, proprio grazie a questa forza che riduce al minimo la superficie di contatto tra le due fasi.
I tensioattivi quindi abbassano la tensione superficiale e la tensione interfacciale e permettono che acqua e sostanze da rimuovere si mescolino, facilitando la detersione.
Dal punto di vista molecolare, i tensioattivi sono costituiti da una parte idrofila e da una parte idrofobica: ciò permette loro d’interfacciarsi sia a molecole d’acqua, che a molecole d’olio o sporco ed appunto di posizionarsi tra le due fasi.
Se è preponderante la parte idrofila del tensioattivo, esso assume proprietà detergenti e solubilizzanti, se è preponderante la parte lipofila scompare l’effetto schiumogeno, se le parti idrofila e lipofila si equivalgono il tensioattivo ha effetto emulsionante (funzione essenziale negli shampoo, detergenti, ma anche creme ed emulsioni).
Classificazione dei tensioattivi
La divisione più comune si basa sul principio della carica elettrica del gruppo idrofilo del tensioattivo:
✓ tensioattivi anionici (carica negativa), molto utilizzati nella detergenza;
✓ tensioattivi cationici (carica positiva), usati nei balsami per bilanciare le cariche negative presenti sui capelli dopo il lavaggio e nei disinfettanti, per le loro proprietà antibatteriche;
✓ tensioattivi anfoteri (con entrambe le cariche), molto utilizzati nei detergenti, rendono più dolce l’azione degli anionici di cui migliorano schiuma e viscosità;
✓ tensioattivi non ionici (senza carica), meno aggressivi degli altri tensioattivi, ma più costosi, sempre più impiegati nelle creme e nei detergenti.
Per ridurre l’aggressività dei detergenti spesso si usano miscele di diversi tensioattivi.
Meccanismo della detersione
La detersione è un principio semplice che sfrutta la struttura chimica dei tensioattivi per asportare le sostanze indesiderate della pelle: il detergente si distribuisce sulla cute dove aderisce anche lo sporco ed il tensioattivo, attraverso la sua porzione lipofila, entra a contatto con la sostanza da rimuovere, facilitato dallo sfregamento effettuato durante la pulizia, formando degli aggregati che inglobano lo sporco al loro interno. Infine l’acqua o il batuffolo di cotone da strucco si aggrappano alla porzione idrofila e asportano lo sporco.
ldratazione della pelle e sostanze idratanti
La cute è normalmente costituita dal 15-20 % di acqua nello strato corneo. Quando questo valore scende al di sotto del 10% diventa secca e si desquama. La capacità dello strato corneo di trattenere acqua dipende non solo dai lipidi intracellulari, ma anche da sostanze igroscopiche che agiscono da umettanti endogeni (prodotti dall’organismo) il cui insieme è noto da tempo e definito come NMF (Fattore d’Idratazione Naturale).
Una sostanza idratante apporta acqua allo strato corneo e la trattiene, ma può anche agire formando una barriera che impedisce la perdita di acqua all’esterno.
Idratare significa riparare la funzione barriera ed impedire la perdita di acqua transepidermica. Perché questo avvenga devono essere presenti tutte le sostanze che costituiscono il cemento lipidico intercellulare: colesterolo, ceramidi e acidi grassi. Applicando lipidi fisiologici, ossia simili a quelli che costituiscono il cemento intercellulare del corneo, si accelera il fisiologico recupero della barriera e di conseguenza si riduce la perdita di acqua, stando però attenti a non occludere.
Ci sono poi delle sostanze che agiscono più in profondità come l’acido ialuronico, promotori di collagene ed elastina, che avendo la capacità di intrappolare l’acqua, riescono a fornire turgore all’epidermide e riducono la perdita d’acqua transepidermica.
I rischi dell’errata detersione
Usare tensioattivi troppo aggressivi (negli shampoo, saponi o bagnoschiuma) rischia di debilitare l’equilibrio idrolipidico dell’epidermide: oltre all’eccessiva secchezza percepibile appena finita la doccia, viene leso anche il sistema barriera dell’epidermide, quindi si ha una perdita d’acqua transepidermica, anche dopo il lavaggio, che porta alla disidratazione e, con l’uso continuato, un detergente non adeguato porta a disturbi più gravi come prurito, desquamazione, dermatiti, allergie.
Considerata la frequenza con cui ci laviamo quindi, la detersione non va sottovalutata, poiché in essa si cela un potenziale pericolo per la salute della cute.
I tensioattivi più comuni utilizzati nei detergenti
La maggior parte dei prodotti per la detergenza (bagnoschiuma, doccia shampoo, detergenti liquidi ecc.) contengono differenti classi di tensioattivi.
Tra i tensioattivi anionici più comunemente utilizzati si ricordano:
✓ Alchilsolfati (ad esempio INCI: Sodio Lauryl Solfate o SLS): materie prime economiche con elevata capacità schiumogena, ma elevato potere irritante. Il Sls è comunemente utilizzato in tutti i prodotti per comune detergenza (bagnoschiuma, doccia shampoo, saponi liquidi) ed anche per la preparazione di dentifrici.
✓ Alchileteresolfati (ad esempio INCI: Sodium Laureth Solfate o SLES): classe di solfati piuttosto aggressiva, sono facili da viscosizzare ed anche economici, infatti sono usati per la maggior parte dal mercato di massa.
✓ Solfosuccinati (ad esempio INCI: Disodium laureth sulfosuccinate): i diesteri di questi composti sono dei potenti agenti bagnanti, mentre i monoesteri sono tensioattivi molto delicati, ma dal potere schiumogeno limitato.
✓ Acil isetionati (acido laurico, miristico, acidi grassi da cocco): usati per la preparazione dei “saponi non saponi” e per aumentare l’aspetto perlato delle preparazioni. Hanno una tollerabilità cutanea molto elevata.
✓ Condensati proteici con acidi grassi: la loro elevata tollerabilità, la capacità di ridurre l’aggressività degli alchilsolfati e la derivazione naturale, li rendono sostanze comunemente utilizzate come tensioattivi secondari, malgrado il limitato potere schiumogeno. Molti composti appartengono a questa classe, ottenuti condensando acidi grassi da cocco con idrolizzati proteici (collagene, cheratina, seta, proteine di grano, riso, soia, avena, mandorle).
✓ Acilglutamati (ad esempio INCI: Disodium cocoyl glutamate): hanno elevatissima tollerabilità cutanea, malgrado il buon potere schiumogeno. Vanno bene per prodotti liquidi o per mousse detergenti.
Nella linea di cosmesi naturale di Prodotti-Bio.Com, i detergenti e shampoo con Acilglutamato sono:
✓ Alchil etere carbossilati: hanno una struttura chimica simile agli etero solfati, ma tollerabilità cutanea superiore. Hanno un potere schiumogeno e detergente più debole.
Oltre ai tensioattivi anionici sopracitati, si ricorre anche all’uso di tensioattivi anfoteri. Il loro potere detergente è ridotto, ma sono delicati, utilizzabili sia in prodotti per l’infanzia, che per particolari patologie:
✓ Alchilbetaine (ad esempio INCI: Betaine): riducono l’aggressività di alchilsolfati o alchileteresolfati.
✓ Alchilamidopropil betaine (ad esempio INCI: Cocamidopropyl betaine, Lauramiclopropyl betaine): hanno le stesse caratteristiche delle betaine, ma migliore tollerabilità cutanea.
✓ Alchilanfoacetati e alchilanfodiacetati (ad esempio INCI: Disodium Cocoamphodiacetate): eccellenti schiumogeni, in grado di ridurre l’aggressività degli alchil alchiletere solfati. Sono meglio tollerati sulla cute rispetto alle betaine.
Ultima categoria di molecole utilizzate nella detergenza della pelle è quella dei tensioattivi non ionici:
✓ Monoesteri del saccarosio (ad esempio INCI: Sodium lauryl glucose carboxylate): dotati di notevole delicatezza. Utilizzano i monoesteri con acidi grassi da olio di cocco o acido laurico.
Tra i cosmetici naturali di Prodotti-Bio.Com rientra in questa categoria:
✓ Alchilglucosidi (ad esempio INCI: Coco glucoside, Lauryl glucoside): eccellenti tensioattivi secondari, altamente biodegradabili, non seccano la pelle dopo l’utilizzo e tendono a mantenerla con la propria idratazione basale, grazie alla presenza di zuccheri nella molecola.
Conclusione
Per non danneggiare l’epidermide ed evitarle problemi e patologie a lungo termine è molto importante saper selezionare con cura i prodotti per la detersione. Le sostanze sicuramente più aggressive e da evitare sono gli alchilsolfati e i loro derivati, mentre sono ben tollerati gli acilglutammati, i solfo succinati e le betaine, ingredienti utilizzati nei detergenti naturali.
Dopo la detersione, anche con prodotti delicati di cosmesi naturale, riveste molta importanza l’idratazione della pelle con apposite creme di cosmesi naturale, per contribuire al giusto apporto lipidico della pelle ed evitare l’eccessiva secrezione sebacea, causa a sua volta di problematiche specifiche e stimolo all’eccesso di detersione, innescando un circolo vizioso inopportuno per la salute e la bellezza della pelle.
DISCLAIMER: l’Autore del presente articolo ha liberamente utilizzato informazioni tratte dalla rivista Hi.ThechDermo, apportando integrazioni e modifiche, esonerando quindi l’autore originale e la rivista da tutto quanto aggiunto e modificato in questa sede.